3 primi, 4 secondi e 2 terzi sono i risultati più di rilievo di Raffaele Fellico e Claudio Napoletano, i due piccoli mascalzoni che, sotto la guida e supervisione dell’istruttore Riccardo Loffredo, hanno vissuto nove giorni di emozioni a Boston. Ma non è tanto l’esito sportivo che conta in un evento come quello che è stato il primo PIB Sailing Championship, dove il gruppo di napoletani è stato ospite d’onore. Il viaggio, nato da una collaborazione fra la Scuola Vela Mascalzone Latino e il gruppo PIB Professionisti Italiani a Boston iniziata già tre anni fa, è stato innanzitutto il coronamento di un sogno comune, diventato un progetto concreto e sfociato in un’attività realizzata con successo, patrocinata perfino dal Consolato d’Italia a Boston, che ha promosso l’iniziativa nel calendario degli eventi dell’Anno della Cultura Italiana in USA.
I due ragazzi selezionati per questa spedizione, fra i più meritevoli della promettente squadra agonistica partenopea, hanno quindi avuto l’opportunità di sperimentare tante nuove cose sul piano umano, sportivo e culturale. Nell’arco della loro permanenza negli Stati Uniti hanno innanzitutto apprezzato il valore dell’ospitalità ricevuta dal gentilissimo Frank. Dopo aver visitato le bellezze architettoniche di Boston, gustato infinite prelibatezze come i Maine Lobster, il piatto più tipico del luogo, ma anche le salse all’italiana dello sponsor Sauces’n’Love, hanno poi apprezzato un elevato senso civico e anche cose più semplici, come una consolidata educazione stradale non spesso di casa a Napoli: “solo un colpo di clackson udito in una settimana”, spiega uno dei due, è stata una delle “sorprese” più sconvolgenti nell’aver scoperto una fetta di America ricca di tradizione ma anche colta ed educata. Già, perchè il progetto del PIB era centrato sull’idea di portare questi ragazzi nel cuore della città universitaria per eccellenza della East Coast, e di confrontarsi con i club locali, il MIT Sailing Pavillon, il Courageous Sailing e il Community Boating. Non a caso la “scintilla” fra PIB e la Scuola Vela Mascalzone Latino era scoccata proprio nel momento in cui due volenterosi professionisti italiani nel Massachussets, Giovanni Abbadessa e Michele Moresco, hanno realizzato che, poichè uno dei club della loro nuova città si dedicava già da tempo a un progetto di vela dedicato a ragazzi con disagio sociale, l’incontro delle due realtà avrebbe potuto dar luogo a un lungo e fruttuoso gemellaggio. E così, tre anni dopo la visita di Vincenzo Onorato a Boston e il primo collegamento in videoconferenza, dove i club americani salutavano i partecipanti all’inaugurazione della Scuola Vela, un altro importante passo nella storia di Mascalzone Latino e del PIB è stato compiuto.
Con questa trasferta i ragazzi hanno potuto sperimentare in cinque giornate in acqua tutte le più varie situazioni meteorologiche, in particolare venti rafficati e un “campo” diverso da Napoli visto che, due dei tre circoli che hanno ospitato l’evento, risiedono sul relativamente calmo Charles River. Tre tipi di barche, da uno-due-tre posti, anche non conosciute in Europa, gli hanno poi permesso di fare nuove esperienze tecniche e sopratutto li hanno costretti a un rapido adattamento, visto che i rivali locali erano naturalmente abituati alla flotta a disposizione.
Conduzione ma anche orientamento diverso rispetto al mare visto che, fra grattacieli, ponti e parchi, l’ambiente circostante non poteva essere minimamente paragonato alle acque di casa dei due adolescenti. Ma anche esperienze marinaresche più “rudi”, come racconta Raffaele: “ho imparato che quando sto in barca e succede qualcosa di brutto, non mi devo innervosire. In una regata ero primo ma una raffica mi ha fatto cadere in mare. Mi è dispiaciuto perdere ma ho capito che è importante concentrarsi”. Sempre Raffaele, che ha concluso un anno a scuola non molto positivo, ha inoltre portato a casa un altro fondamentale insegnamento dagli altri allievi e dall’ambiente che hanno visto, MIT incluso: “Ho veramente capito che nella vita è essenziale studiare molto. Mi hanno fatto capire che a scuola bisogna impegnarsi di più, perchè chi lo fa poi può ottenere grandi cose”. Dello stesso avviso Claudio che, oltre ad avere deciso di iniziare a “dedicarsi più seriamente alle cose che si fanno”, è rimasto stupito dal livello culturale dei ragazzi di Boston, “molti dei quali vengono da altri paesi e sono più aperti ad accogliere persone che come noi vengono da fuori. A Boston abbiamo incontrato persone estremamente intelligenti, che hanno studiato tanto e ci hanno fatto capire qual’è la cosa giusta per realizzarsi”.
Insomma, una trasferta impegnativa, distante e costosa (resa possibile in particolare dagli ospiti americani e dall’agenzia Ricky Travel che ha offerto i passaggi aerei) che ha lasciato molto nella fibra dei ragazzi: esperienze indimenticabili, positive, che “segnano” la loro concezione del mondo, aprendola definitivamente a nuovi orizzonti e permettendo loro di testimoniare e trasmettere agli altri allievi, amici e vicini di casa e di vita quei valori che da sempre hanno caratterizzato l’attività della Scuola Vela Mascalzone Latino. Aver raggiunto l’America, trattati con guanti bianchi, andando in mare insieme a ragazzi in alcuni casi con storie simili a loro ma più grandi di età, che hanno superato la fase “critica” grazie alla vela e allo studio, rappresenta un successo di questa iniziativa che, proprio perchè internazionale, come accadrà nuovamente a breve a Lugano, rappresenta uno dei premi e delle soddisfazioni più grandi che si possono dare a questi giovani. Esperienze riccamente positive, che “restano” e cambiano definitivamente i giovani, allontanandoli una volta per tutte dai pericoli della strada.